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Letteratura italiana Einaudi
Giacomo Leopardi - Operette morali
IL COPERNICO
dialogo
Scena prima
l ora prima e il sole
ora prima Buon giorno, Eccellenza.
sole Sì: anzi buona notte.
ora prima I cavalli sono in ordine.
sole Bene.
ora prima La diana è venuta fuori da un pezzo.
sole Bene: venga o vada a suo agio.
ora prima Che intende di dire vostra Eccellenza?
sole Intendo che tu mi lasci stare.
ora prima Ma, Eccellenza, la notte già è durata tanto,
che non può durare più; e se noi c indugiassimo, vegga,
Eccellenza, che poi non nascesse qualche disordine.
sole Nasca quello che vuole, che io non mi muovo.
ora prima Oh, Eccellenza, che è cotesto? si sentirebbe
ella male?
sole No no, io non mi sento nulla; se non che io non mi
voglio muovere: e però tu te ne andrai per le tue fac-
cende.
ora prima Come debbo io andare se non viene ella, ché
io sono la prima Ora del giorno? e il giorno come può
essere, se vostra Eccellenza non si degna, come è soli-
ta, di uscir fuori?
sole Se non sarai del giorno, sarai della notte; ovvero le
Ore della notte faranno l uffizio doppio, e tu e le tue
compagne starete in ozio. Perché, sai che è? io sono
stanco di questo continuo andare attorno per far lu-
me a quattro animaluzzi, che vivono in su un pugno
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di fango, tanto piccino, che io, che ho buona vista,
non lo arrivo a vedere: e questa notte ho fermato di
non volere altra fatica per questo; e che se gli uomini
vogliono veder lume, che tengano i loro fuochi accesi,
o provveggano in altro modo.
ora prima E che modo, Eccellenza, vuole ella che ci
trovino i poverini? E a dover poi mantenere le loro
lucerne, o provvedere tante candele che ardano tutto
lo spazio del giorno, sarà una spesa eccessiva. Che se
fosse già ritrovato di fare quella certa aria da servire
per ardere, e per illuminare le strade, le camere, le
botteghe, le cantine e ogni cosa, e il tutto con poco di-
spendio; allora direi che il caso fosse manco male. Ma
il fatto è che ci avranno a passare ancora trecento an-
ni, poco più o meno, prima che gli uomini ritrovino
quel rimedio: e intanto verrà loro manco l olio e la ce-
ra e la pece e il sego; e non avranno più che ardere.
sole Andranno a caccia delle lucciole, e di quei vermic-
ciuoli che splendono.
ora prima E al freddo come provvederanno? che senza
quell aiuto che avevano da vostra Eccellenza, non ba-
sterà il fuoco di tutte le selve a riscaldarli. Oltre che si
morranno anco dalla fame: perché la terra non por-
terà più i suoi frutti. E così, in capo a pochi anni, si
perderà il seme di quei poveri animali: che quando sa-
ranno andati un pezzo qua e là per la Terra, a tastone,
cercando di che vivere e di che riscaldarsi; finalmente,
consumata ogni cosa che si possa ingoiare, e spenta
l ultima scintilla di fuoco, se ne morranno tutti al
buio, ghiacciati come pezzi di cristallo di roccia.
sole Che importa cotesto a me? che, sono io la balia
del genere umano; o forse il cuoco, che gli abbia da
stagionare e da apprestare i cibi? e che mi debbo io
curare se certa poca quantità di creaturine invisibili,
lontane da me i milioni delle miglia, non veggono, e
non possono reggere al freddo, senza la luce mia? E
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poi, se io debbo anco servir, come dire, di stufa o di
focolare a questa famiglia umana, è ragionevole, che
volendo la famiglia scaldarsi, venga essa intorno del
focolare, e non che il focolare vada dintorno alla casa.
Per questo, se alla Terra fa di bisogno della presenza
mia, cammini ella e adoprisi per averla: che io per me
non ho bisogno di cosa alcuna dalla Terra, perché io
cerchi di lei.
ora prima Vostra Eccellenza vuol dire, se io intendo
bene, che quello che per lo passato ha fatto ella, ora
faccia la Terra.
sole Sì: ora, e per l innanzi sempre.
ora prima Certo che vostra Eccellenza ha buona ragio-
ne in questo: oltre che ella può fare di se a suo modo.
Ma pure contuttociò, si degni, Eccellenza, di conside-
rare quante cose belle è necessario che sieno mandate
a male, volendo stabilire questo nuovo ordine. Il gior-
no non avrà più il suo bel carro dorato, co suoi bei ca-
valli, che si lavavano alla marina: e per lasciare le altre
particolarità, noi altre povere Ore non avremo più
luogo in cielo, e di fanciulle celesti diventeremo terre-
ne; se però, come io aspetto, non ci risolveremo piut-
tosto in fumo. Ma sia di questa parte come si voglia: il
punto sarà persuadere la Terra di andare attorno; che
ha da esser difficile pure assai: perch ella non ci è usa-
ta, e le dee parere strano di aver poi sempre a correre e
affaticarsi tanto, non avendo mai dato un crollo da
quel suo luogo insino a ora. E se vostra Eccellenza
adesso, per quel che pare, comincia a porgere un poco
di orecchio alla pigrizia; io odo che la Terra non sia
mica più inclinata alla fatica oggi che in altri tempi.
sole Il bisogno, in questa cosa, la pungerà, e la farà bal-
zare e correre quanto convenga. Ma in ogni modo,
qui la via più spedita e la più sicura è di trovare un
poeta ovvero un filosofo che persuada alla Terra di
muoversi, o che quando altrimenti non la possa in-
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durre, la faccia andar via per forza. Perché finalmente
il più di questa faccenda è in mano dei filosofi e dei
poeti; anzi essi ci possono quasi il tutto. I poeti sono
stati quelli che per l addietro (perch io era più giova-
ne, e dava loro orecchio), con quelle belle canzoni, mi
hanno fatto fare di buona voglia, come per un dipor-
to, o per un esercizio onorevole, quella sciocchissima
fatica di correre alla disperata, così grande e grosso
come io sono, intorno a un granellino di sabbia. Ma
ora che io sono maturo di tempo, e che mi sono volta-
to alla filosofia, cerco in ogni cosa l utilità, e non il
bello; e i sentimenti dei poeti, se non mi muovono lo
stomaco, mi fanno ridere. Voglio, per fare una cosa,
averne buone ragioni, e che sieno di sostanza: e per-
ché io non trovo nessuna ragione di anteporre alla vi-
ta oziosa e agiata la vita attiva; la quale non ti potria
dar frutto che pagasse il travaglio, anzi solamente il
pensiero (non essendoci al mondo un frutto che va-
glia due soldi); perciò sono deliberato di lasciare le fa-
tiche e i disagi agli altri, e io per la parte mia vivere in
casa quieto e senza faccende. Questa mutazione in
me, come ti ho detto, oltre a quel che ci ha cooperato
l età, l hanno fatta i filosofi; gente che in questi tempi
è cominciata a montare in potenza, e monta ogni gior-
no più. Sicché, volendo fare adesso che la Terra si
muova, e che diasi a correre attorno in vece mia; per
una parte veramente sarebbe a proposito un poeta
più che un filosofo: perché i poeti, ora con una fola,
ora con un altra, dando ad intendere che le cose del
mondo sieno di valuta e di peso, e che sieno piacevoli
e belle molto, e creando mille speranze allegre, spesso
invogliano gli altri di faticare; e i filosofi gli svogliano.
Ma dall altra parte, perché i filosofi sono cominciati a
stare al di sopra, io dubito che un poeta non sarebbe
ascoltato oggi dalla Terra, più di quello che fossi per
ascoltarlo io; o che, quando fosse ascoltato, non fa-
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rebbe effetto. E però sarà il meglio che noi ricorriamo
a un filosofo: che se bene i filosofi ordinariamente so-
no poco atti, e meno inclinati, a muovere altri ad ope-
rare; tuttavia può essere che in questo caso così estre-
mo, venga loro fatta cosa contraria al loro usato.
Eccetto se la Terra non giudicherà che le sia più espe-
diente di andarsene a perdizione, che avere a trava-
gliarsi tanto: che io non direi però che ella avesse il
torto: basta, noi vedremo quello che succederà. Dun-
que tu farai una cosa: tu te n andrai là in Terra; o pu-
re vi manderai l una delle tue compagne, quella che
tu vorrai: e se ella troverà qualcuno di quei filosofi
che stia fuori di casa al fresco, speculando il cielo e le [ Pobierz całość w formacie PDF ] - zanotowane.pl
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