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    posto tranquillo, non c'è mai stato niente da temere.
     Sembra che la crudeltà del mondo abbia contaminato anche questa oasi
    di tranquillità.  Il tono di Genziana è insolitamente cupo.
     Pensa che ieri è venuta una troupe televisiva. Giravano per la scuola in
    cerca di scoop e... indovina?  Non mi lascia il tempo di rispondere. 
    Lavinia e Sofia ne hanno approfittato per mettersi in mostra!
     Sofia si è fatta addirittura venire le lacrime agli occhi  aggiunge Cat.
     Un'attrice consumata, non c'è che dire.
    Riconosco la sagoma longilinea di Mikael in lontananza. Sta venendo nella
    nostra direzione. Il cuore comincia a battermi forte.
    Le altre seguono il mio sguardo. Un  Ohh!  collettivo.
     Non ci credo! Mikael Lancieri in persona. C'è qualcosa che non ci hai
    detto, Scarlett?
     Niente che possa interessarvi  rispondo con un timido sorriso.
     Scusate l'intrusione...  Mikael è più bello che mai.
    La luce del sole bacia la sua pelle opalescente. Gli occhi brillano come
    frammenti di cielo.
    Mi alzo, il sorriso a trentadue denti.
     Ti voglio mostrare qualcosa  mi sussurra.
     Ciao, a dopo  dico e fingo di non vedere i gesti eloquenti di Genziana e
    lo sguardo sognante di Caterina.
    Quando mi trovo davanti alla statua della ragazza con la colomba mi
    sembra di conoscerla da sempre. È stupenda. Lunghi capelli accarezzati da
    un vento infinito, scolpita nel marmo bianco dalla maestria di un artista che
    ha saputo catturare un istante e farlo durare per l'eternità. L'espressione
    estatica e indefinita ricorda quella di Ofelia. Qualcosa che non si può afferrare
    ma che rapisce e porta lontano.
    Mikael si posiziona alle mie spalle. Mi volto e intercetto il suo sguardo.
    Sorride.
    Si china e ancora una volta la collana d'argento col ciondolo dalle ali di
    pipistrello scivola fuori dalla sua T-shirt. Di nuovo, noto quanto è lucente.
    Seducente, almeno quanto il proprietario.
    Apre lo zaino e una piccola palla di pelo nero rimbalza sul prato e comincia
    a correre.
     Black! Non ci credo... l'hai portato fuori!
     Aveva voglia di stare un po' assieme alla sua padroncina.
    Il gattino prende la rincorsa, arriva alle mie gambe, gioca con i lacci delle
    scarpe e quando mi chino per afferrarlo scappa via. Lo inseguo per un po' e
    quando smetto è lui a inseguire me. Adoro questo piccolo stupido gatto nero!
    Dopo essersi sfogato un po', Black comincia a strusciarsi fino a convincermi
    a prenderlo in braccio.
     È bellissima la tua collana.  D'istinto allungo la mano per sfiorarla e
    Mikael si ritrae con uno scatto.
    Non riesco a nascondere un moto di delusione.
     Scusa... È che ho paura a farti conoscere il mio mondo. Paura di farti
    scappare. Non sono abituato a svelarmi, non l'ho mai fatto prima d'ora. È
    come se ti regalassi brandelli della mia anima.
    Black non si sente più al centro dell'attenzione. Emette un lieve miagolio e
    sfugge dalle mie braccia.
     Voglio tutto di te  dico con trasporto.
    Mikael si volta dall'altra parte.  Dentro di me c'è un sangue che brucia.
    Potrebbe travolgere entrambi.
     La tua assenza brucia più di ogni altra cosa.
    Guida la mia mano verso il ciondolo.  Fai piano  suggerisce.
    Quando appoggio le dita, le ritraggo d'istinto. Scotta!
     Come puoi indossarlo? Deve essere insopportabile, toglilo subito! 
    grido con le lacrime agli occhi. Cerco di afferrarlo per strapparglielo via, ma
    lui mi blocca il polso.
     Non posso, questo oggetto mi ricorda ogni istante perché sono qui. Se
    scotta è perché il nostro nemico è vicino. Devo trovarlo: sono un Guardiano e
    questo è il mio compito.
    Mi accorgo di Vincent e Ofelia. Come sempre camminano senza far rumore,
    nonostante il tappeto di foglie secche.
    Ofelia indossa un giubbotto di pelle su un abito sottoveste lucido, calze
    nere tempestate di piccoli teschi bianchi e gli immancabili anfibi. Gli occhi dai
    riflessi viola e una sciarpa blu notte che avvolge il collo da cigno.
     Come stai?  mi chiede.
     Bene, direi.  In realtà mi chiedo come sia possibile non avere neanche
    un livido con tutte le botte che ho preso.
    Intercetto un'occhiata di Ofelia verso Mikael.
    Vincent sembra pervaso da un odio ancestrale. Quasi trasalgo quando, con
    voce profonda e roca, dice:  Dovevi lasciar perdere Mikael quando eri
    ancora in tempo.
     Io non ho paura.  Non abbasso gli occhi e solo il suono della
    campanella fa cessare questo duello di sguardi.
    LVIII
     Vincent è come te?
     Meno cose sai, meglio è per tutti noi.
    Black si guarda intorno è annusa gli oggetti familiari del ripostiglio. Mikael
    è di nuovo lontano.
    Volto le spalle ed esco senza aggiungere altro.
    Cammino con lo sguardo basso. Inghiotto la collera.
     È difficile per me.  Mikael, di fronte a me. Quasi ci sbatto contro.  Le
    mie due nature, in eterno contrasto, combattono tra loro da quando ci sei tu.
    Quella umana vorrebbe lasciarsi andare a te e a quello che rappresenti...
     E cosa rappresento?
     L'amore.  I suoi occhi sembrano guardarmi l'anima. Accarezzare i
    desideri più inconfessabili. [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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